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La settimana

La settimana XXIV

1) Cosa succede intanto nel mondo
https://www.internazionale.it/notizie/2020/04/28/notizie-mondo-28-aprile

Un breve sguardo, offerto da Internazionale, a quanto sta accadendo attualmente in Bangladesh, Venezuela, Colombia, Libano e Somalia, oltre alla situazione mondiale sui profughi, con rimando a questo articolo (in inglese) della BBC.

2) Mongolia, la patria del distanziamento sociale
http://www.torzeons.com/2020/04/la-mongolia-la-patria-del-distanziamento-sociale

Ho attraversato la Mongolia nell’estate 2012, come tratto conclusivo del Mongol Rally, famosa (e pazza) corsa di beneficenza. Chi mi conosce avrà sicuramente ascoltato alcuni aneddoti su questa straordinaria avventura che mi ha portato in un mese e mezzo dalla piccola Galleriano a Ulan Bator, la capitale mongola, in un furgone assieme ad altre sei persone. Durante l’ultima settimana di viaggio, per circa 1800 km, abbiamo attraversato il paese di Gengis Khan. Di certo una degna conclusione del viaggio più epico della mia vita.

(sognando il post-lockdown, per chi come me è appassionato di cicloturismo e viaggi-avventura, segnalo questo articolo di BikeItaliae quest'altro articolo di Life in travel sulla Mongolia in bici)

3) Covid19, EZLN: «non basta mettersi la mascherina, dobbiamo costruire altri mondi»
https://www.antudo.info/covid19-ezln-dobbiamo-costruire-altri-mondi

La fine del mondo è iniziata con il trionfo del capitalismo e il suo complesso sistema di distruzione della vita e degli elementi naturali che sostengono il pianeta.

Non solo abbiamo un’emergenza sanitaria, abbiamo un’emergenza climatica, una scarsità d’acqua, abbiamo i profughi vittime della guerra in Medio Oriente, del narcotraffico in America Latina e rifugiati ambientali a causa della distruzione dei loro ecosistemi di vita; abbiamo un aumento esponenziale dei femminicidi in tutti i continenti e una corruzione sempre più evidente a tutti i livelli di governo; la crisi è sistemica e la soluzione deve essere uguale.

Non basta lavarsi le mani e mettersi una mascherina, dobbiamo costruire altri mondi possibili e tessere nuove arcate.

4) Non siamo più gli stessi
https://www.internazionale.it/notizie/ida-dominijanni/2020/04/26/lockdown-non-siamo-gli-stessi

Non siamo più gli stessi, soprattutto, perché nel contagio abbiamo capito di essere ciascuno per l’altro, al contempo, pericolo e salvezza, minaccia e rassicurazione, abbandonando le false certezze dell’io autosufficiente e sovrano: e non è possibile valutare i cambiamenti in corso senza partire da questa cruciale rotazione in senso relazionale della soggettività. È questo precisamente il punto che sfugge a chi si ostina a leggere il lockdown come un provvedimento imposto dall’alto, l’esperimento di un regime liberticida che decide arbitrariamente lo stato d’eccezione per farne la norma e infilarci, complici le tecnologie digitali di sorveglianza, in un futuro totalitario. [...] Molto cambierebbe nella narrazione del lockdown se le limitazioni cui ci siamo sottoposti venissero declinate, piuttosto che come attentati alla libertà individuale di movimento, come (auto)contenimento della potenzialità di ciascuno di infettare l’altro: e dunque come il segno di una postura relazionale e responsabile, non ego-centrata e asservita.

5) Gli eretici di Stoccolma. Come e perché la stampa italiana disinforma su Svezia e coronavirus
https://www.wumingfoundation.com/giap/2020/04/svezia-e-coronavirus

Wu Ming racconta approfonditamente come e perché la Svezia ha assunto un percorso socio-politico completamente alternativo per il contenimento del Coronavirus. L'articolo è particolarmente lungo, ma vale la pena avere ampiezza di elementi per comprendere questo modello.

Il governo – di minoranza, composto di socialdemocratici e verdi – ha proibito gli assembramenti con più di 50 persone (fino al 29 marzo il tetto era 500); ha proibito le visite alle case di riposo (fino al 30 marzo il divieto era a discrezione dei comuni); non ha chiuso le frontiere (se non ai voli provenienti da paesi non europei, accogliendo un’indicazione dell’UE), né le attività produttive e commerciali o le scuole; tuttavia dal 10 aprile i locali che non mantengono la distanza di sicurezza tra i clienti saranno prima multati, poi chiusi, se perseverano, e gli istituti di istruzione secondaria superiore, i corsi per adulti e gli atenei sono stati invitati a partire dal 19 marzo ad adottare la didattica a distanza. È stato altresì incoraggiato il telelavoro ovunque possibile, e per tutti valgono le raccomandazioni di seguire le elementari norme igieniche, di distanziamento sociale e di prudenza: stare a casa se si hanno anche solo sintomi lievi o dubbi, non spostarsi se proprio non è necessario, ecc.

6) Abbiate cura - Società della cura e reddito di autodeterminazione
http://effimera.org/abbiate-cura-societa-della-cura-e-reddito-di-autodeterminazione-di-cristina-morini

Eccolo lì, l’individuo impresa che non è oggetto di imposizioni ma è portato a fare ciò che accetta di voler essere e fare, una forma di ascetismo al servizio della prestazione, per stare a Dardot e Laval, che non favorisce dimensioni di cura comune. Il virus, almeno in questo momento, sta mettendo a dura prova la nostra capacità di prenderci davvero cura di ciò che è fuori da noi, scoperchiando ancora una volta il limite contro il quale oggi sembra continuamente infrangersi la vita sociale e l’essere insieme, lo spazio pubblico, collettivo, generale, comune. Non ho sentito esplosioni di sensibilità comune, né vera politicizzazione dei problemi connessi alla cura, le necessarie proiezioni, le indispensabili immedesimazioni. Mi sono distratta? Sarà possibile recuperare? Come ci muoveremo? Cosa immaginiamo? Alcune amiche qualche seria ipotesi l’hanno formulata: può essere base di un sentire comune?

7) Un nuovo stato sociale per uscire dalla crisi
https://www.internazionale.it/opinione/thomas-piketty/2020/04/26/crisi-nuovo-stato-sociale

La crisi può essere anche l’occasione di pensare a una rendita sanitaria e scolastica minima per tutti, finanziata da un diritto universale su una parte del gettito fiscale a carico delle persone più ricche: grandi aziende, famiglie ad alto reddito e grandi patrimoni (per esempio l’1 per cento più ricco del mondo). Dopo tutto il loro benessere si basa su un sistema economico mondiale. Ci vuole quindi una regolamentazione globale per assicurarne la sostenibilità sociale ed ecologica.
Per permettere una simile trasformazione dovremo rimettere in discussione molte cose. Per esempio, il presidente francese Emmanuel Macron e quello statunitense Donald Trump sono pronti ad annullare i regali fiscali che hanno concesso ai più ricchi all’inizio del loro mandato? La risposta dipenderà dalla mobilitazione delle opposizioni e delle maggioranze politiche. Ma una cosa è certa: i grandi sconvolgimenti politico-ideologici sono appena cominciati.

8) Andrà tutto bene solo se la salute diventerà bene comune
https://www.globalproject.info/it/in_movimento/andra-tutto-bene-solo-se-la-salute-diventera-bene-comune/22725

Per decenni molti si sono illusi che il neoliberismo, la competizione sfrenata ed il darwinismo sociale ci avrebbero assicurato benessere a livello globale. Ma se di questo millantato benessere non possiamo beneficiarne tutte e tutti in momenti come quello attuale, a cosa è servito sacrificare il nostro tempo e le nostre vite sull’altare dell’economia? Ancora una volta è palese che la ricchezza che produciamo non è redistribuita né in maniera diretta tantomeno in maniera indiretta. Non stiamo negando che lo sviluppo tecnologico abbia portato l’umanità intera a grandi conquiste sul piano della conoscenza; ciò che mettiamo in discussione da sempre sono i metodi attraverso i quali sono state raggiunte queste conquiste: la prevaricazione dell’uomo sull’uomo, la messa a profitto delle vite, lo sfruttamento costante della natura e della biosfera.