logo.png

Già da alcuni anni, grazie ad una brillante intuizione della Dott.ssa Rita Staniscia, abbiamo introdotto nella nostra Struttura una attività di gruppo con l'obiettivo di lavorare sulle nuove dipendenze.

In particolare ci siamo concentrati sulla dipendenza da internet e da smartphone, un fenomeno ormai dilagante, in ulteriore aumento durante la pandemia Covid19. In questo laboratorio abbiamo potuto conoscere le conseguenze derivanti dalla trappola della rete, che condiziona in modo profondo le nostre relazioni, dandoci l'illusione di avere tanti amici e gente che ci apprezza, mentre in realtà siamo soli.

 

Stiamo continuando a fare ricerche sul tema della memoria storica e della tradizione. Dipendenza e tradizione sembrerebbero categorie lontane, ma c'è una parola che oggi più che mai le accomuna: "valori". In ogni appuntamento, oltre ad informarci condividendo letture e videoproiezioni, svolgiamo dibattiti e confronti sugli argomenti affrontati e ci siamo chiesti dunque: Che posto hanno i valori oggi?

E' certamente un tema globale, ma possiamo dire che in Italia, da tempo, si è andato sempre più perdendo il significato di questa parola. Dando uno sguardo al nostro passato abbiamo potuto comprendere che mentre diversi anni fa, per cercare di soddisfare i bisogni primari, quelli alimentari in primo luogo, si impegnavano tutte le proprie energie, oggi l'attenzione si sposta soprattutto su beni non di prima necessità come computer e smartphone, che sono sicuramente più pericolosi, in quanto possono creare una dipendenza. Mentre nel recente passato il destino di ciascuno era per la maggior parte dei casi dettato dalla necessità di adoperarsi per vivere in modo sereno, quindi condizionato dalla ricerca di un lavoro per realizzarsi, oggi la libertà che ci viene fornita dalla rete internet ci permette di sentirci apparentemente realizzati, alienandoci e illudendoci facilmente.

Facendo un confronto tra la giovane generazione di oggi e quella di ieri, possiamo notare come la radio, la televisione e il cellulare sono ormai parte integrante del quotidiano, perché sono mezzi di comunicazione immediati ed economici, quindi accessibili a tutti. Questi sono i risultati di una società evoluta, ma sono anche causa di problemi profondi. 

Un motivo che aggrava questa situazione è la carenza delle relazioni affettive, soprattutto durante questo periodo di pandemia Covid19: i ritmi del quotidiano sono sempre più veloci e spesso siamo così occupati a guardare i dispositivi in modo iper-connesso che non si ha il tempo di dedicarsi alle persone che ci circondano.

Oggi manca il confronto, la relazione, lo sguardo, piuttosto si rimane sdraiati davanti al televisore, paralizzati di fronte al computer, tralasciando i valori e i sensi. Anche gli adolescenti, il futuro del mondo, che sembrano sempre meno inclini allo studio, non più pronti a lavorare per guadagnarsi da vivere, solo più interessati a ciò che li diverte e al tempo stesso li annienta. L’eccessiva ricerca di piacere che ci impone la nostra società condiziona la nostra vita. Un'altra domanda ci siamo posti: questo virus invisibile lascerà il segno dentro ognuno di noi, ma cosa ci ha insegnato?

Possiamo dire che in questo momento storico così difficile è nato anche qualcosa di positivo, come fosse un soffione che viene fuori dall'asfalto. E' migliorato l'aspetto umano, la sensibilità, abbiamo riscoperto forse l'uomo al centro di tutto, ritrovando nostri anche gli insegnamenti del passato. Occorre recuperare, quindi, i valori ormai perduti, non quelli legati ai beni materiali, ma i veri valori, quelli autentici, come i nostri sensi, la comunicazione e, non meno importante, la conoscenza reciproca che si è andata perdendo con gli anni a causa dei social network e della trappola della rete.

Abbiamo dunque ripreso alcuni argomenti affrontati in questa attività sulle nuove dipendenze, per riflettere e spronarci ad un corretto utilizzo dello smartphone e di tutti i dispositivi tecnologici connessi alla rete.

Abbiamo implementato questo laboratorio avviando un nuovo progetto che da continuazione a quanto svolto già in precedenza, "Digital Detox", che segue gli stessi obiettivi in modo più pratico, in quanto prevede l'istallazione di una applicazione che monitora il tempo trascorso allo smartphone attribuendo dei punteggi, come una gara, alla migliore gestione del dispositivo.

L'attività si cala in tematiche attuali connesse all'utilizzo non corretto del cellulare, che oggi sembra essere diventato parte integrante della nostra vita quotidiana. Digital Detox, che sta a significare disintossicazione digitale, è l’espressione con cui ci si riferisce ad un periodo di tempo che si sceglie di passare lontano dai social media e da altri ambienti digitali, senza usare smartphone, tablet, PC e altri device simili, una sorta di pausa di riflessione finalizzata a capire come poter utilizzare in maniera corretta il digitale e i suoi strumenti, con l’obiettivo di rivedere e rendere più sano il nostro rapporto con la tecnologia, oltre che recuperare uno stile di vita equilibrato. Gli effetti che hanno i social media e la tecnologia sul benessere psicofisico, sono sotto gli occhi di tutti.

È esperienza comune, per esempio, che una notifica sullo smartphone, anche quando non ne leggiamo il contenuto, riesce a distrarre come se si stesse facendo una chiamata, rischiando di far crollare a picco la produttività in qualsiasi attività in cui si è impegnati. Abbiamo appreso attraverso approfondimenti che dopo un’intera giornata passata a scrollare le bacheche social, a inviare messaggi agli amici virtuali, a rispondere ai loro commenti, può sembrare di provare una vera e propria stanchezza fisica. Perché però, nonostante tutto questo, proprio non riusciamo ad allontanarci dagli ambienti digitali? Da questa domanda è scaturita la nostra curiosità sul provare ad immergerci attraverso il progetto Digital Detox in un gioco di disconnessione dai nostri dispositivi.

Ci siamo confrontati sul fatto che, chiunque intenda intraprendere un percorso simile dovrebbe avere, innanzitutto, una buona motivazione. Non importa che sia riprendere finalmente contatto con la natura, avere un po’ più di tempo per sé o semplicemente concentrarsi sul proprio percorso riabilitativo, per noi è fondamentale acquisire informazioni sulla dipendenza da internet e smartphone in quanto la realtà ci sta portando sempre più verso una virtualizzazione dei sentimenti e delle relazioni.

Il progetto proseguirà ancora con nuove fasi, faremo degli esercizi sull’applicazione Digital Detox per programmare le nostre giornate analogiche con una strategia differente, riducendo ed utilizzando in modo diverso gli spazi di vita dedicati ai social nel tempo libero, sapendo che l’unico modo per resistere davvero alla tentazione di riaccendere lo smartphone è fare una lunga passeggiata tra i nostri meravigliosi alberi di montagna, partecipare attivamente alla vita quotidiana e alle molteplici attività organizzate per noi dalla Struttura, riscoprendo la bellezza di relazionarsi dal vivo con gli altri senza aver bisogno di un dispositivo che faccia da filtro alle nostre emozioni.

 

I ragazzi del Quadrifoglio